L’incontro di Niccolò Rinaldi con il PRI di Roma Il vice presidente dell’Alde, l’europarlamentare Niccolò Rinaldi, candidato nella lista Scelta Europea nella circoscrizione del centro, si è incontrato con i repubblicani di Roma nella sede storica del Pri di Via Turba, insieme a Francesco Nucara e Saverio Collura. Rinaldi è impegnato in una campagna elettorale molto difficile visto che l’insieme degli organi di informazione si concentrano prevalentemente sulle questioni nazionali ed interpretano il prossimo voto europeo come un test sulle condizioni di salute della politica italiana. Nulla di più sbagliato. In Europa per la prima volta si vota il presidente della Commissione ed i principali candidati sono il popolare Junker, il socialista Schultz e il liberale Guy Verhofstad. Solo il fatto che dei tre Verhofstad sia l’unico a parlare correttamente l’italiano – Verhofstad ha anche la cittadinanza in Italia – sarebbe un motivo più che sufficiente per votarlo. In Europa non c’è una lingua comune e la possibilità di poter parlare nella propria comporta il vantaggio di potersi capire meglio, rispetto a chi non si capisce proprio. Se poi noi speriamo di rimettere in discussione gi equilibri che si sono costituiti nella Unione in questi anni, rivedere regole e trattati, cercare una svolta critica per risultati economici insoddisfacenti, escludiamo da subito che Schultz, esponente di un partito alleato di Angela Merkel o Junker, parte attiva dell’attuale commissione Barroso, abbiano una qualche disponibilità. Tanto varrebbe votare Tsypras, che ovviamente non ha nessuna possibilità di presiedere la Commissione Ue, ma almeno non ne è compromessa. Verhofstad offre una sensibile differenza dall’attuale politica della Commissione, da sempre si rende conto che non possiamo continuare a raschiare il fondo del barile del rigore, senza rischiare di mettere in questione la costruzione stessa dell’Ue, cosa che farebbero volentieri i tardo marxisti di Tsypras. Nessuno si illuda che Bruxelles possa mai cancellare il debito dei Paesi membri. Ma se i Paesi membri riescono ad intervenire con efficacia sul debito, ecco che si possono ripensare i parametri e scalfire finalmente il muro dell’austerità tedesca, che i socialisti della Spd, badate bene, vorrebbero mantenere a danno di tutti gli altri, fuorchè dei loro concittadini, con i quali mostrarsi finalmente di manica larga. La prospettiva liberale è l’unica soluzione europeista, come del resto è sempre stata, tanto che il Pri scelse quella collocazione a Bruxelles fin dal lontano 1975 e non l’ha mai più messa in dubbio. Quali che siano le differenze fra i repubblicani italiani ed i liberali europei, queste sono quisquilie in confronto a quelle che ci dividono dai popolari e dai socialisti, sui temi civili e sui temi economici. Rinaldi che ha militato nel Pri per buona parte della sua giovinezza. responsabile esteri del partito dal 1996 al 2000, si è sempre battuto perché il repubblicanesimo fosse una linfa vitale del liberalismo europeo, e l’Europa potesse divenire più liberale di quanto sia stata in tutti questi anni. Per questo merita tutto il sostegno che potremo dargli con le nostre forze da qui alla fine della campagna elettorale. Roma, 8 maggio 2014 |